sabato 29 dicembre 2007

Il solito, grazie!

PREMESSA VISTI I PRECEDENTI: questo post non si riferisce a nessuno in particolare, ma un po' a tutti in generale. Salvo ovviamente quelle tre persone completamente innocenti.

Sono stufa di questa vita di 21enne (!) fatta di soliti.
Al bar per dire, io non lo prendo mai il solito.
E dal tabaccaio appena la tipa ha imparato che fumavo Pall Mall blu e me le sporgeva senza chiedere, puff, mi sono messa a fumare tabacco.
Leggo il solito giornale, certo. Ma quella è una questione di occhio. E poi non è colpa di nessuno se Repubblica si legge gratis e La Stampa no. E poi guardo anche il tg, ma questa è un'altra storia.
Il solito amico/finto amico.
I soliti sorrisi/non sorrisi.
Le solite facce nel solito locale.
I soliti "Ciao come stai?" che poi non ce ne frega un cazzo.
I soliti "Dai andiamo a prenderci un caffè" - che almeno Eleonora mi sembrava onesta e ha parlato di cioccolata, quanto meno per cambiare.
I soliti rapporti, le solite gerarchie di gruppo.
I soliti sospetti.
I soliti ignoti.
I soliti "Saluta questo e saluta quello" che riempono sempre i buchi del silenzio.
I soliti "Auguri auguri - spero che ti pigli un cancro"
Le solite ragazzine che poi non sono solite quanto lo ero io alla loro età - perchè sono più vacche ed evidentemente più danarose - che gracchiano per il solito cantante coi rasta - lo stesso che se poi cucina in vineria non se lo caga di pezza nessuna.
I soliti che ti fa piacere vedere ma ti rode così tanto che la percentuale di piacevolezze sia, al solito, così tanto bassa, che alla fine manco te le godi.
Le mie solite frasi-tipo: "Spero che questo gli/le serva per crescere" o, più aggressivo e profetico "Spero che un giorno avrò tempo di stare su quel cazzo di fiume a guardare questo/a pezzo/a di merda galleggiare insieme a tutti gli altri" o, quello davvero disarmante che se lo dico non ci si crede quasi "Voglio fare cose semplici: cena con gli amici, videogiochi, giochi di società, qualche birra. Punto". Ohibò. A 21 anni. Mica ho chiesto la cena nel locale figo, la discoteca trendy e costosa, il party con champagne e caviale.
I soliti che iniziano a parlare di Capodanno a ottobre e poi quando si fa l'ora, come al solito, si dileguano.
E poi, cazzo, questa mi scoccia dirla, ma mi avete rotto anche voi con la vostra lontananza, miei soliti veri amici. Voi che quando vi dico che sto di merda ve ne fottete dei km e vi fate sentire tutti i giorni (che smacco per quelli che sono qui, vè?). Voi che quando vi dico che a capodanno nn ho un cazzo da fare mi dite di venire giù. Voi che mi fate ridere per ore, perchè non osate chiedere come sto e aspettate che io sia a mio agio per fare la fatidica domanda. Voi che siete i Daniele con le vostre chitarre, i Fru coi vostri massimi sistemi e la politica, i Rossano che vieni qui che c'è il Wii con le spezie, i Cocò che basta la presenza perchè le parole sono troppo difficili e io posso sforzarmi di capire, perchè cazzo VOI mi fate un dono enorme, di cui sono indegna, gratuito. Voi che mi date le solite cose, in fondo. Quelle che ci educano a dare e richiedere dalla vita. Ma che mi sembrano così lontane da quanto dovrebbe essere "solito".
E qui ci sono persone che non lo vogliono capire quanto potrei apprezzarle per gesti da niente, di una banalità disarmante e preferiscono farsi ripicche da quindicenni e starsene nel loro brodo ad ammuffire insieme a quattro soliti conoscenti che chiamano "amici" per abitudine, ma non si sono mai chiesti dove sia la verità.
La verità fa male, è da tenere schiva.
Nelle vostre menti io impersonifico la verità.

Io sono solo la solita emarginata del cazzo.
E mi rode perchè non sono la solita cicciona o la solita antipatica o la solita tipa di colore o la solita cazzo di tipologia verso cui siete "razzisti" nel vostro piccolo (perchè questa è una forma di discriminazione signori). Mi emarginate perchè nella mia cazzo di vita noiosa e normale io non mi adeguo ai vostri soliti sistemi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ah, donna maleficamente incisiva!V.