Troppe sere che apro il portone.
Mi giro.
Saluto sorridendo.
Al primo gradino già vedo quella faccia sul pianerottolo, venti passi più su.
Una faccia stanca, tumefatta, grigia. Come se il suo possessore fosse stato annegato per giorni. E ogni salita è terrore puro. Del nulla. Perchè non ci sei lassù (e anche ci fossi probabilmente non saresti in versione zombie). Accendere la luce serve solo a rendere più nitida quell'immagine, con tanto di riflessi negli occhi vacui e delusi, terrore puro vi dico, il maledetto terrore del dolore altrui e il senso di colpa e dirsi che non hai colpa e farti forza per salire perchè cazzo quella è solo casa tua e non riuscire ad alzare il piede e metterci dieci fottuti minuti per raggiungere la tua porta e dirti che dannazione abiti al primo piano e non ha senso e non riuscire. E non.
24 ore ininterrote. Sapete quante cavolo sono nell'equilibrio della vostra vita? Ventiquattro ore a pensare al risveglio dell'ultimo 25 dicembre, al bazar sotto casa che pochi eletti sanno cos'è e che comunque non ce più (te lo sei portato via tu? Se non poteva essere nostro non poteva essere di nessun altro? Dov'è il bazar che faceva tanto Natale, che stavamo dieci minuti in macchina a guardarlo e ridere di un tipo che fa passare dalle finestre angolari della sua casa le luci decorative per dirci che è nato il bambino, come se avesse visto la stella prima di tutti, come se l'avesse vista davvero, e poi perderci a pensare che probabilmente era pure musulmano quello lì e che le lucette erano senz'altro made in china e realizzare che il melting pot e l'integrazione non possono che essere una figata per tutti se portano ste cose -e il jazz). E il mastrolindo massaggiatore? Ma l'hai vista la tristezza di quel balcone che l'anno scorso pullulava di luci e aghi di abete e palline colorate sulla foto del corpulento chiropratico sudamericano che sembrava da solo incarnare la spiritualità calda del sud? Ti sei preso anche lui? E cercare di ricordare di che sapesse la crema che si metteva sul panettone che mi perderò perchè nessuno la sa fare così e poi non avrebbe comunque lo stesso sapore.
Ma lo sapete che cazzo sono 24 ore della vostra vita a pensare di aver distrutto il Natale col gesto tanto banale di scegliere per sé?
2 commenti:
Non mi hai detto di aver ricominciato col blog! E quante cose mi sono perso???
Comunque pensare per se è fondamentale, anche Madre Teresa pensava per se, faceva del bene perchè la faceva star bene fare del bene agli altri. A tutti noi fa bene fare del bene agli altri ma fa bene a noi stessi. E il modo in cui siamo pazzi. Fare un regalo di natale? Ci fa piacere farlo più che riceverlo perchè siamo fieri NOI STESSI di averlo fatto e di aver resa felice un'altra persona.
Se non si pensa a se stessi è finita, è come un'auto in corsa in autostrada, che non mette mai carburante, va avanti va avanti e poi si ferma, perchè finisce la benza.
La penso così...poi chissà...
Anche io da quest'anno ho ricominciato con un blog, facci un salto ogni tanto se ti va ;)
E' sempre un immenso piacere per me leggere il tuo blog.
Ti auguro un anno come non ne hai mai vissuto uno!
:) Ho ricominciato a scrivere sì! Ma non l'ho detto a nessuno, infatti se vedi i commenti un po' piangono :D
Hai ragione su questa specie di egoismo per cui le nostre azioni sono sempre finalizzate alla nostra conservazione, al nostro benessere, alla nostra realizzazione. Però spesso facciamo soffire gli altri, forse perchè non riusciamo a chiarire bene questo comportamento istintivo...
Ho dato un'occhiata al tuo blog... Stai cercando di diventare miliardario per conquistare il mondo??
Ti abbraccio Fabio!
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