venerdì 1 agosto 2008

A fior di pelle - Marlene Kuntz

Ci sono istanti in cui vivere è una merda, che vada a fuoco, poi, è pur sempre una scoperta.

Adesso che non ci sei posso dirlo.
Lo posso urlare che le mie lacrime non scorrevano per te.
Ero io che piangevo su di me, per me, dentro me.
Perchè è sempre sconvolgente sbattere la faccia contro il muro della delusione.

Oh che esecrabile emozione, sentirsi un vulcano in eruzione.

Quando avevi bisogno c'ero.
Sono stata presente nella tua vita anche nei momenti in cui tu per primo non eri sul pezzo.
Ero fisicamente, psicologicamente, moralmente presente anche dopo.
C'ero per festeggiare i tuoi successi.
C'ero per godere con te di un regalo datato per una tua scelta.

A fior di pelle salirono gli sbotti usano i nervi a mo' di comodi condotti.

In amore non vale il do ut des.
Non dovrebbe. Lo so.
Ma io, piccola, insicura e fragile di fronte al muro di lavoro che ho tirato su in dodici anni, io e solo io, con sei corde fra le dita, tre di nilon e tre rivestite, io, che ho ricacciato dentro il dolore di questi mesi perchè non gravasse su di te, io, che ancora non l'ho espulso perchè credo nel principio di Lavoisier e voglio trasformarlo in altro, io, che ti pongo ingenuamente davanti a me stessa, speravo in una ricompensa proporzionale.

La zona rossa esplose in un secondo e fu davvero come deflagrasse il mondo.

E invece tu fuggi ringraziando. L'educazione anzitutto.
Mi aspettavo rimanessi e asciugassi le mie lacrime con le mani.
E non con parole alla salsedine come farai.

Ma che finale odioso quel can can di grida e gestualità,
Quinto cerchio melmoso dall'inferno ulula la realtà:
Ci sono istanti che vivere è una merda, nessuna cosa al mondo sa come si disperda.
In quegli istanti in cui vivere è una merda, che vada a fuoco poi, è purtroppo cosa certa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè vorremo che l'altro leggesse i desideri nascosti nel profondo del nostro animo attraverso i nostri occhi, perchè vorremo che non ci fosse bisogno di parole.
Ed invece, amara crudele realtà, il gioco:"esprimi un desiderio" ma non dirlo che poi non si realizza, non funziona.
E' per quello che ho smesso di aspettarmi qualcosa e purtroppo anche quasi di desiderare...ormai sogno una vasca piena d'acqua e un corpo perfetto!
G'

ContrastoSimultaneo ha detto...

ti chiamo

Atlantidea ha detto...

Tranquille, tutto ok. L'evoluzione è stata che mi sono sentita chiedere che cosa ho fatto per lui.
Quindi la piantiamo qui.
Adesso ci sono io.
Quando torna si vedrà. Ma non lo voglio neanche sentire. O vicino a modo mio o lontano come ha scelto lui. Non me ne frega un cazzo. Io non devo chiedere niente a nessuno. Se mi viene dato bene. Se no, come è successo, scema io che ho dato per prima.
E infatti.