Un monaco si lamentò con il suo maestro perché non riusciva a raggiungere il versante opposto di una montagna.
"La colpa è tua" gli rispose il maestro. "In che cosa sbaglio? Che cosa mi manca?" domandò l’allievo.
"Vieni con me, e te lo mostrerò." Il maestro chiamò un altro discepolo, che era cieco, e tutt’e tre si recarono sulla montagna, in un punto in cui uno stretto tronco era stato gettato su un burrone. "Attraversa!" disse il maestro al primo monaco. Il poveretto guardò il fondo del burrone, il debole tronco e rispose: "Non posso: ho paura". Allora il maestro si rivolse al discepolo cieco e gli diede lo stesso ordine. Il monaco attraversò senza esitare il burrone. "Hai capito?" domandò il maestro al primo monaco.
È sempre la paura il sentimento che si oppone al nostro risveglio: la paura di essere autonomi, la paura dell’ignoto, la paura della responsabilità. Eppure, per colmare il divario, per raggiungere l’altra riva, è necessarioaffrontare l’abisso; e questo non può essere fatto se non si eliminano mille timori che ci accompagnano nell’attraversamento."
2 commenti:
DEEECISAMENTE più facile a dirsi..e poi il cieco non supera la sua paura, ma semplicemente non ha coscienza del pericolo.
In fondo si affrontano più facilemte le cose se non si ha la coscienza della loro effettiva difficoltà.
..I'm afraid..
sono arrivato di corsa e col fiatone sento il vuoto di fine percorso e la polvere s'alza, non riesco a guardare giù.. non ho ali per volare.. forse ho sbagliato strada..
..Sono tornato.. sempre al solito indirizzo..
(si accettano ricette di Vita..)
ma ci vedremo prima o poi? =)
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